Il monitoraggio del paziente
Chi ha esperienza di chirurgia ambulatoriale sa che uno dei problemi principali è la necessaria attenzione al paziente particolarmente emotivo ed impressionabile; l'anestesia locale, utilizzata in chirurgia dermatologica, espone il paziente emotivo a tensioni a volte eccessive che possono portare a collassi spesso anche improvvisi e imprevedibili. Il paziente più pericoloso è il maschio giovane, che spesso si vergogna di dichiarare una certa fragilità emotiva (o per la paura del dolore, o per la semplice vista del rosso del sangue) e cerca di resistere strenuamente facendo "il duro", per poi svenire improvvisamente, magari al termine dell'intervento, sia esso di chirurgia dermatologica maggiore sia di piccola chirurgia veloce.
Per questo motivo presso il mio studio il paziente sottoposto a qualunque tipo di atto chirurgico viene monitorizzato tramite un apparecchiatura che si chiama Monitor multiparametrico, solitamente utilizzato solo nelle sale operatorie maggiori.
Si tratta di un apparecchio di semplice uso, che misura la pulsoximetria (ovvero la saturazione dell’ossigeno arterioso di emoglobina), il tracciato elettrocardiografico base, la frequenza, ed in continuo la pressione arteriosa sistolica e diastolica, il tutto tramite un piccolo sensore a ditale in cui si inserisce un dito ed il classico bracciale dello sfigmomanometro (comune apparecchio per misurare la pressione). Dotato di ampio display, consente all'operatore a semplice colpo d'occhio di valutare e prevedere eventuali situazioni di collasso o di rialzi improvvisi della pressione su base emozionale, prendendo per tempo le precauzioni del caso e prevenendo così spiacevoli svenimenti; oltre a ciò è dotato di allarmi che segnalano in maniera sonora eventuali variazioni "a rischio".
Altre situazioni per le quali è indicato l'apparecchio sono quelle che vedono coinvolte persone anziane e/o cardiopatiche, anche portatori di pace-maker (stimolatore cardiaco).
Ritengo che si tratti di un'apparecchiatura medicale molto importante, che di fatto deve comunicare tranquillità al paziente ed all'operatore, e che non dovrebbe mai mancare ovunque si svolga attività medica anche minimamente invasiva.