La terapia fotodinamica (ALA/PDT)
Che cos'è la Terapia Fotodinamica ? Immaginate un cavallo di troia, che viene portato all'interno di cellule malate, vuoi di tumore o di infiammazione, e ne causa la distruzione. Questo è quanto succede con la Terapia Fotodinamica.
Una sostanza, di per se innocua per l'organismo, chiamata Acido 5 aminolevulinico (5-ALA) viene applicata in occluso sulla zona da trattare per un periodo variabile dalle 3 ore ad una nottata intera (tecnica overnight), viene assorbita dalle cellule malate, e ne causa la distruzione selettiva - perchè le cellule sane restano indenni - quando esposta ad una luce particolare di lunghezza d'onda di 630 nanometri.
Il tutto col grande vantaggio di non utilizzare farmaci (l'acido aminolevulinico è normalmente presente nel nostro organismo), essere poco doloroso e non causare ferite.
Sembra un miracolo, ed invece è scienza; nemmeno una scienza troppo recente, visto che i primi studi sull'interazione tra agenti fotosensibilizzanti e luce datano fin dai primi anni del secolo XIX; solo negli anni 2000 però la metodica è stata perfezionata e si è imposta all'attenzione degli operatori per il trattamento dei tumori della pelle non melanoma (NMSC, Non-Melanoma-Skin-Cancer) e dei loro precursori, ovverosia cheratosi attiniche, epiteliomi baso e spinocellulari, tumori di Bowen ed altri.
E' in grado di colpire ed eliminare qualunque tumore fino ad un centimetro di profondità (circa l'80% dei tumori), ma può essere utilizzata anche per tumori più spessi combinando una terapia demolitiva, laser o curettage in anestesia locoregionale, ed esponendo successivamente l'intero campo operatorio alla luce.
L'altra grande e consolidata indicazione è nei confronti dell'acne medio-grave, per la quale addirittura a volte la sola esposizione alla luce, senza applicazione di ALA, è in grado di colpire i batteri che spontaneamente rilasciano sostanze fotosensibilizzanti.
Viene poi utilizzata in maniera classica, con la preventiva applicazione di acido aminolevulinico, ottenendo in una, massimo due sedute (circa 15 giorni), risultati paragonabili a quelli ottenibili mediante terapia sistemica con retinoidi per 4-5 mesi, evitando così gli importanti effetti collaterali degli stessi che fortemente ne limitano l'utilizzo.
La capacità di colpire selettivamente le cellule malate, anche infiammatorie, sta poi creando grandi entusiasmi anche nei confronti di altre malattie, per il trattamento delle quali ogni giorno escono nuove pubblicazioni scientifiche molto incoraggianti. Tra queste la psoriasi localizzata, le ulcere cutanee, le verruche virali, la condilomatosi, ma viene studiata anche in malattie autoimmuni, come la vitiligine o l'alopecia areata, ed addirittura nell'epilazione, attiva anche sui peli bianchi
Quali sono dunque i vantaggi della terapia fotodinamica nei confronti delle altre terapie, pur molto moderne, come il laser fin qui utilizzate ? Innanzitutto bisogna rimarcare come la metodica, a fronte di un costo più elevato, garantisca comunque una resa molto alta nel trattamento dei tumori della pelle, in termini di comodità per il paziente e di completezza terapeutica, rispetto a qualsiasi altra metodica, e che quindi possa sempre costituire una scelta di comodità non indifferente.
Principali vantaggi della tecnica:
1) Non necessita di anestetici
2) Solitamente ben tollerata
3) Danno tissutale selettivo
4) Nessuna tossicità sistemica
5) Può essere associata ad altre procedure terapeutiche
6) I risultati estetici sono eccellenti
Situazioni in cui ormai deve essere considerata in assoluto una prima scelta irrinunciabile:
1) Pazienti portatori di pace maker
2) Pazienti in terapia anticoagulante
3) Pazienti allergici agli anestetici
4) Tumori in sedi esteticamente importanti
5) Tumori in sedi di difficile accesso chirurgico
6) Tumori multipli
Esiste poi un altro aspetto molto importante, che ancora di più fa orientare verso questa metodica per esempio nel caso, molto comune nei paesi costieri, delle cheratosi attiniche multiple del cuoio capelluto; per spiegarlo bisogna aggiungere che, subito prima dell'esposizione alla luce, è possibile vedere con una luce a lunghezza d'onda diversa nel campo del blu, le effettive zone interessate da neoplasie o precursori delle stesse che hanno assorbito l'acido aminolevulinico. Orbene, questa esaminazione mette in evidenza delle zone clinicamente asintomatiche, che verranno comunque trattate dalla luce e che diversamente sarebbero state ignorate da qualsiasi trattamento escissionale o demoltivo diverso, garantendo così una pulizia totale del campo su cui si interviene.
Ora qualche immagine esplicativa delle lesioni trattate e dei risultati ottenibili, tratte dal sito Alpha Strumenti ...
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