Pitiriasi rosea di Gibert
La Pitiriasi Rosea di Gibert è una malattia della pelle molto comune, scarsamente ma sicuramente infettiva, ad andamento epidemico, causata da un agente infettivo volatile; l'ipotesi più accreditata sostiene che si tratti di un virus di tipo parainfluenzale, recenti studi hanno invece ipotizzato addirittura il coinvolgimento di un microrganismo diverso, ovvero un tipo particolare di Legionella.
L'esordio della malattia avviene con la presenza di una chiazza spesso anulare o ovalare, localizzata al tronco o, indifferentemente, agli arti; questa lesione singola, detta chiazza madre, può restare solitaria per 5 - 15 giorni, e viene spesso erroneamente diagnosticata come una Tinea, e come tale curata. L'eruzione successiva di elementi più piccoli, sparsi al tronco con disposizione caratteristica "a sipario di teatro", coinvolge la cute del tronco e della radice degli arti, quindi solitamente non si trovano elementi ne' al viso ne' alle gambe e braccia oltre il limite del ginocchio o del gomito. In questa fase la malattia viene spesso confusa con altre malattie esantematiche (quinta malattia, rosolia) oppure con reazioni allergiche da farmaci; quest'ultima tesi, errata, spesso viene avvalorata dal fatto che l'esordio della malattia è contemporaneo ad episodi influenzali per i quali si sono assunti farmaci diversi tra loro.
Spesso asintomatica, quando presenta un sintomo soggettivo solitamente causa prurito, più facile nella fase più avanzata della malattia.
Progressivamente la chiazza madre si attenua, le lesioni minori aumentano per poi a poco a poco schiarire, fino a lasciare una minima chiazzetta di colore rosa tenue con una caratteristica desquamazione a orletto. Il tutto avviene in un periodo variabile tra le 3 e le 8 settimane, e solitamente a maggior velocità di insorgenza corrisponde una durata minore.
La terapia è esclusivamente sintomatica, dovendo trattare il prurito che consegue alla malattia: antistaminici, quindi, associati a blandi cortisonici topici. Importante altresì limitare il contatto con l'acqua, che irrita le lesioni, ed evitare la sudorazione abbondante, anch'essa causa di aumento del prurito
D.: E' una malattia infettiva ?
R.: Si, si tratta di una malattia potenzialmente infettiva, ma di probabile scarsissima infettività. Prova ne è che l'andamento nella popolazione è sicuramente di tipo epidemico (sfruttando l'indebolimento generale delle difese immunitarie che l'annuale epidemia di influenza causa nella gente), anche se raramente si osservano casi di Pitirasi Rosea nella stessa famiglia.
D.: Una volta avuta, non l'avrò più come la varicella ?
R.: No, la malattia non offre immunità come in altri casi di malattie esantematiche. Persone particolarmente predisposte possono quindi contrarla anche più volte nel corso della vita.
D.: Si trasmette con gli asciugamani ?
R.: No, la trasmissione è esattamente la stessa dell'influenza.
D.: Posso prendere il sole ?
R.: Questa malattia evolve prevalentemente nel periodo invernale o autunnale. Il problema quindi si pone poche volte, però è sconsigliato esporsi al sole sia per la sudorazione che ne consegue, che aumenterebbe il prurito, sia per l'abbronzatura che, nelle zone in cui è presente la chiazza, sarebbe molto più sfumata e quindi con esiti estetici invalidanti a pelle di leopardo, pur se temporanei.