Psoriasi volgare
La Psoriasi è malattia vera, a volte di minima importanza, a volte devastante sotto il profilo estetico e spesso psicologico per il paziente che ne è affetto. Si tratta di una malattia la cui ereditarietà non è ormai più in discussione, che può manifestarsi nei primi anni di vita ma che più facilmente esordisce dopo la pubertà. La lesione caratteristica è una placca rossa accesa ricoperta da intensa desquamazione biancastra; dette placche, che possono essere isolate o confluenti in placche di grandi dimensioni, si possono localizzare in qualsiasi parte del corpo, ma le zone più interessate sono classicamente i gomiti, le ginocchia, il cuoio capelluto, la regione sacrococcigea (il "fondoschiena"). Tutta la pelle è interessata, e alterazioni delle cellule, visibili al microscopio, sono presenti anche nelle zone apparentemente non colpite: si suppone che lo sfregamento della cute, come per esempio avviene facilmente proprio nelle zone suddette, causi la manifestazione vera e propria; non è tra l’altro rara l’insorgenza di psoriasi sul decorso di cicatrici o in zone di anomalo sfregamento.
Oltre alle zone suddette, possono a volte, e spesso da sole, essere interessate altre zone; in quel caso si parla di psoriasi localizzata, per esempio palmo-plantare (mani e piedi), del cuoio capelluto (in questo caso spesso si parla di sebopsoriasi, per alcune affinità con la dermatite seborroica del cuoio capelluto), delle unghie (psoriasi ungueale) o delle pieghe (psoriasi inversa).
Altra caratteristica peculiare della psoriasi è la imprevedibilità: spesso le lesioni possono restare silenti o ignorate in quanto molto lievi per anni, per poi scatenarsi in seguito a uno stress fisico (intervento chirurgico, gravidanza, incidente) o anche psichico.
Al momento attuale non esiste alcuna terapia definitiva per la psoriasi, che è quindi a tutti gli effetti una malattia non curabile; si può tuttavia convivere con la malattia, in maniera spesso accettabile, mettendo in pratica vari tipi di terapie. La prima e più semplice terapia è……il sole. L’esposizione ai raggi solari, infatti, spesso è in grado di risolvere gran parte delle psoriasi meno estese, o perlomeno di renderle appena visibili. Partendo da questa osservazione, nota da decenni, si è utilizzato e, pur se con meno entusiasmi, si utilizza tuttora, la P-UVA terapia, tramite la quale si espone il paziente a dosaggi crescenti di raggi ultravioletti di tipo A o, più recentemente, di tipo B: i risultati sono buoni, ma l’impegno del paziente rimane molto elevato e spesso causa di sospensione della terapia stessa.
Recenti entusiasmi sono stati sollevati dall'utilizzo sulle chiazze psoriasiche della Terapia Fotodinamica (vedi qui), con e senza l'ausilio del topico fotosensibilizzante; iniziano ora ad uscire pubblicazioni scientifiche al riguardo, ed il quadro generale sembra promettente .
I cortisonici in crema, fino a pochi anni orsono cavallo di battaglia preferito dai dermatologi e dagli internisti, sono oggi da utilizzare solo in casi eccezionali, in cui la fase acuta sia tanto intensa da richiedere un intervento molto veloce. Questo perché è dimostrato l’effetto "elastico" del cortisone locale, spesso causa di esacerbazioni più gravi dopo risoluzioni solo temporanee. Esistono però nuovi farmaci locali, la cui efficacia è pari a quella dei cortisonici senza avere il problema del rimbalzo terapeutico; si utilizzano ancora, peraltro, anche vecchissimi preparati galenici a base di catrame, tuttora insostituibile soprattutto nelle forme localizzate al cuoio capelluto.
Recenti avanzamenti negli studi sulla malattia hanno puntato il dito sul sistema immunitario, e da qui sono nate nuove terapie (immunosoppressori e cosiddetti biologici) che possono sfruttarne le modificazioni: si tratta comunque di farmaci assolutamente efficaci, i cui effetti collaterali vanno però attentamente controllati, e da riservarsi quindi a casi selezionati in cui la malattia abbia assunto criteri di particolare gravità.
Il coinvolgimento del paziente spesso è totale, rivelandosi a volte addirittura necessario il sostegno psicologico da parte di personale istruito per ciò: non è rarissimo il ricorso allo specialista psichiatra per aiutare alcuni pazienti ad abituarsi all’idea di essere psoriasici
D.: La psoriasi è una mlattia contagiosa ?
R.: No. Si tratta di una malattia spesso ereditaria, e non esiste alcun pericolo di contagio ne' in casa ne' in ambienti sportivi.
D.: Ho una psoriasi di scarsa entità, localizzata solo ai gomiti e alle ginocchia: si estenderà, prima o poi ?
R.: Certamente è possibile che nel corso della vita un paziente psoriasico, pur lieve, possa manifestare lesioni più intense e gravi. Di norma però una psoriasi localizzata rimane tale per sempre
D.: Ho la psoriasi: mio figlio sarà psoriasico ?
R.: Figli di genitori psoriasici hanno un'incidenza della psoriasi 3 volte superiore rispetto alla popolazione normale. Nei figli di genitori che hanno manifestato la psoriasi prima dei 30 anni l'incidenza sale ulteriormente
D.: So che il sole mi fa bene, ma io mi vergogno ad espormi al sole in costume da bagno
R.: Questo in effetti è un problema. Si può ovviare cominciando, se possibile, a prendere poco sole ma tutti i giorni, partendo da Aprile o Maggio, sul terrazzo di casa, per 20-30 minuti. Nelle forme lievi anche le lampade UVA casalinghe possono essere di aiuto, pur se modesto.
D.: Odio mettermi creme addosso. Non esiste una pillola che guarisca la psoriasi ?
R.: Al momento attuale le terapie per bocca si riservano, per i loro effetti collaterali, solo a forme intense e molto acute. Nella maggior parte dei casi le terapie principali sono a base di creme o unguenti.
D.: Guarirò dalla psoriasi ?
R.: No, al momento non si può guarire. Però si può convivere con la psoriasi in maniera più facile di un tempo.