Verruche volgari
Molte persone sono state, almeno una volta nella vita, colpite da questa malattia infettiva.
Si tratta di lesioni della pelle che possono avere un aspetto che differisce molto a seconda della zona interessata, e tutte le zone corporee possono esserne colpite. Si presentano quindi come delle papule più o meno rilevate della pelle, per esempio alle mani ed al corpo; oppure come noduli profondamente incassati nello spessore della pelle, alla pianta dei piedi (dove subiscono la pressione di tutto il corpo); ovvero come piccole papule appena rilevate sul piano cutaneo, a volte addirittura appena visibili, al volto. A volte invece si manifestano come lesioni vegetanti, di aspetto filiforme, al collo o al volto; un aspetto simile presenta un’altra malattia, strettamente imparentata con le verruche, ovverosia i condilomi (per questo comunemente chiamate "creste di gallo"), che si localizzano alle mucose genitali (sono considerate Malattie a Trasmissione Sessuale) e che condividono con le verruche la stessa causa, cioè un virus chiamato HPV (Human Papilloma Virus).
Le persone più colpite sono i giovani, soprattutto tra gli sportivi; questo non perché, come qualcuno pensa, l’habitat ideale del virus sia il clima caldo umido delle piscine o delle docce, ma semplicemente perché una malattia infettiva che si trasmette attraverso la pelle e risiede spesso nei piedi e nelle mani si contrae più facilmente dove più persone camminano a piedi nudi.
Tutte le verruche possono presentarsi come singole lesioni, ma più facilmente si presentano in numero maggiore, e il numero aumenta col passare del tempo se le verruche non vengono trattate: questo perché si tratta di un virus autoinoculante, cioè in grado di diffondersi rapidamente nelle zone vicine alla prima colpita. Non è quindi cosa rara per un dermatologo trovarsi al cospetto di decine di verruche su ambo le mani.
Come per tutte le malattie virali il sistema immunitario (le difese dell’organismo dall’attacco delle malattie infettive) gioca un ruolo importante, e un suo temporaneo deficit, per esempio in corso di malattie anche diverse o di periodi di stress anche psicofisico, possono portare a un aumento del numero e delle dimensioni delle verruche.
Il trattamento delle verruche è prevalentemente chirurgico; trattamenti farmacologici si possono tentare solo, mediante topici esfolianti, per le piccole verruche cosiddette piane del volto, comuni nella giovani ragazze, molto spesso però senza successo. Va da se che, come ogni trattamento chirurgico, a seconda della zona interessata, può comportare dolore: ciò dipende dalla efficacia e dalla tecnica dell’anestesia. L’anestesia può essere fatta per iniezione, e allora sarà molto dolorosa nelle zone intorno alle unghie, meno dolorosa sul dorso delle mani; oppure per contatto superficiale con sostanze anestetiche (EMLA), tecnica che però all’atto pratico è efficace solo nei confronti di piccolissime lesioni cutanee (oltreché, invece, in maniera completa e soddisfacente nella condilomatosi delle mucose genitali). Quando la zona interessata lo consente può essere molto meno dolorosa l’anestesia tronculare, che anziché essere condotta direttamente sotto alla lesione, viene praticata sul nervo che conduce il dolore di quella zona corporea, e si "isola" quindi una grande porzione di cute con una sola puntura. La rimozione vera e propria delle verruche viene affidata a tecniche distruttive: la diatermocoagulazione o la crioterapia. Non è considerato superiore a queste tecniche, per esiti estetici e guarigione, il trattamento mediante Laser Co2 o similari.
La diatermocoagulazione, che consiste nella distruzione della lesione mediante una scarica elettrica, si applica a tutte le zone corporee, mentre la crioterapia, seconda scelta in molti casi, diventa prima scelta sotto alla pianta del piede, dove una ferita, quale quella praticata con la diatermocoagulazione, si trasformerebbe facilmente in callo se sottoposta alla continua pressione del peso corporeo; la crioterapia invece consiste nel congelamento, raggiunto attraverso l’applicazione locale di diverse sostanze chimiche, della zona intorno alla verruca, e alla successiva rimozione del "tetto" della bolla (uguale a quella di una ustione) che si sarà formato, nello spessore del quale si trova la verruca ben asportata.
Il trattamento, che deve essere totale nel più breve tempo possibile, deve essere seguito da attenta valutazione delle recidive, da parte del paziente ed eventualmente anche del dermatologo, per almeno nove mesi: questo infatti è il tempo di incubazione massimo che l’HPV può raggiungere.
D. : Il virus è nel sangue ?
R. : No, il virus si localizza sulla pelle
D.: Posso trasmettere le verruche ?
R.: Si. Essendo una malattia infettiva il semplice contatto con le lesioni verrucose può determinare infezione
D.: Si può guarire completamente dalle verruche ?
R.: In linea di massima il trattamento completo e tempestivo deve considerarsi definitivo. Tuttavia è necessario rilevare come sia molto probabile una maggior predisposizione di un individuo rispetto ad un altro, e quindi che questa possa tradursi in una maggior suscettibilità all’infezione da parte dell’HPV
D.: Non sopporto il dolore. Posso fare l’intervento in anestesia generale ?
R.: L’anestesia generale è una procedura che, di per se, comporta dei rischi per la vita del paziente che vi si sottopone. Non è logico sottoporsi a detti rischi per un intervento che può essere fatto in anestesia locale.