Sifilide - Amicoperlapelle

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Sifilide

La Sifilide, o Lue, è una malattia dermatologica infettiva, diffusibile solo attraverso gli atti sessuali (o da madre gravida a feto),  causata da un batterio chiamato Spirocheta pallida, tutt'altro che estinta, come invece si pensa a livello popolare; al contrario, dal 2000 ad oggi si è registrato nei paesi industrializzati addirittura un lieve incremento dei casi.
Presenta tre fasi distinte della malattia: un periodo cosidetto primario, in cui si manifesta il sifiloma, un'ulcera localizzata sulle mucose (vulva, pene, ano, bocca) nel punto di inoculo del microroganismo.

Il sifiloma peraltro è l'unica manifestazione cutanea tipica della Sifilide, si manifesta circa 20 giorni dopo il contatto infetto e dura circa un mese, senza causare alcun dolore. Se, come spesso accade, non giunge alla visione del dermatologo questa lesione iniziale, e quindi non si instaura alcuna terapia, l'evoluzione verso lo stadio secondario è la norma: questo consiste in sintomi aspecifici, rash cutanei che possono simulare una reazione allergica da farmaci o altre comuni malattie dermatologiche, febbre, astenia, ingrossamento dei linfonodi, che possono essere spesso interpretati come sindromi influenzali.
Per questo spesso anche questa fase viene misconosciuta (e per questo motivo è inutile che vi riporti immagini di questi quadri clinici, che causerebbbero solo allarme senza essere di aiuto alla comprensione della malattia da parte di non addetti ai lavori), e la diagnosi viene fatta spesso casualmente durante il lungo periodo che separa la fase secondaria dalla terziaria, quella potenzialmente letale; in questo periodo infatti esami del sangue specifici, praticati per una gravidanza, o per accertare sana e robusta costituzione, oppure svolti per sicurezza in persone sessualmente attive, magari insieme al test per l'AIDS, possono rivelare la presenza degli anticorpi contro la Spirocheta, dovendo poi distinguere un'infezione in atto (rara) dalla cosidetta "cicatrice sierologica", marchio ormai incancellabile dell'avvenuto contagio.

Anche in questa fase è possibile iniziare la terapia, che si basa ancora sull'uso della Penicillina, unica ormai tra le malattie ad utilizzare questo arcaico antibiotico che tuttavia ha salvato in passato l'intera umanità anche da altre malattie importanti. Di più: al giorno d'oggi la maggior parte delle terapie avvengono in questa fase, nella quale si può scongiurare il passaggio alla fase terziaria, la più grave.

In passato infatti, ed oggi molto più raramente (se non nei paesi africani dove purtroppo la malattia è tuttora molto florida) la fase finale della sifilide si manifestava con gravi lesioni a carico del sistema nervoso o cardiovascolare, anche 15 o 20 anni dopo la prima infezione. Anche qui non vi mostro immagini, che rivestirebbero ormai solo importanza storica, uscendo dall'ambito previsto.

D.: La Sifilide è contagiosa ?
R.: Si, ma solo attraverso rapporti sessuali, genitali o anche orali. Non esiste possibilità di contagio diversa, non si prende la sifilide bevendo dallo stesso bicchiere di un sifilitico, per intenderci.

D.: Come ci si può proteggere ?
R.: Il rischio è prevalentemente legato ai rapporti occasionali, magari mercenari, ed ai rapporti omosessuali. Del tutto ovvio che l'uso del profilattico per tutta la durata del rapporto sia strumento di assoluta tranquillità.

D.: I rapporti orali sono a rischio ?
R.: Assolutamente si ! Al giorno d'oggi, anzi, la principale fonte di contagio è costituita proprio dai rapporti orali, per i quali si tende ad evitare l'uso del profilattico.

D.: Eseguendo esami del sangue si sono accorti che ho la sifilide, e io non l'ho mai saputo. Guarirò ?
R.: Si, uno o due cicli di Penicillina sono in grado di bloccare l'evoluzione della malattia. Sarà tuttavia necessario controllare che gli anticorpi restino a livelli bassi una volta all'anno.

D.: Il mio partner ha scoperto di aver contratto la sifilide ed è stato curato. Possiamo avere rapporti non protetti ?
R.: Si, ma non prima di due anni dalla guarigione, cioè da quando i test di positività della malattia (non la cicatrice sierologica, che rimarrà tutta la vita) saranno negativi. In poche parole  solo quando i medici lo dichiareranno guarito.

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